L’Argentina di Gardel e Piazzolla sul palco

Posted on

“C’è stato un momento, alla fine dell’800, in cui la parola Tango non era ancora il nostro Tango.

L’Argentina apre le frontiere agli stranieri con la speranza di popolare le grandi pampas. A quei tempi, fresca d’indipendenza, l’Argentina non aveva ancora molti scienziati e professionisti e accoglieva il vecchio mondo con l’obiettivo di migliorare le attività produttive e d’introdurre le arti e le scienze.

Tango, parola che deriva dalla declinazione del verbo latino “tangere” e che significa “toccare”, nasce da radici diverse e dal bisogno di comunicare di queste persone che cercavano insieme una nuova identità.

Dal gaucho il Tango prendeva il rapporto fecondo dell’uomo con la terra e la natura, dal candombe degli schiavi il battito incessante della vita che preme vigorosa nella gioia e nel dolore, dallo straniero sì il coraggio e il bisogno di affermazione e di conquista, ma anche la solitudine e la mancanza di tutto ciò che si lascia quando si parte lontano.

Il Tango era nato per rimanere nell’intimità delle nostre case perché parlava della vita semplice e della vita vera. Per la donna fu anche emancipazione: ballarlo e cantarlo rappresentò una vera conquista sociale. Romantico, irruente e a volte ingenuo, tenero e passionale, il Tango era la poesia di cui l’Argentina (per metà italiana in quel periodo) amava sentirsi orgogliosa.

…E nelle voci e nello spirito dei nostri nonni italiani era molto più di un ballo: era l’immensa voglia di sentirsi a casa e di costruire insieme un paese, un paese d’amare...”

(Se il Tango potesse parlare. 2017) Ivanna Speranza

Domenica 19 settembre nella bella cittadina piacentina di Gossolengo, avrò al mio fianco mio fratello Mariano, a pochissimi giorni dell’uscita del nostro disco dedicato a queste due nazioni cui apparteniamo.

Parleremo, suoneremo e canteremo insieme.

Vivremo e faremo vivere un pò di Argentina ma anche tanto di un’ Italia che a volte dimentichiamo.

L’Italia del lavoro incessante, dell’amore per la famiglia, quella dei valori e del coraggio senza sconti. Quell’Italia capace di piangere di emozione davanti a una cartolina o al primo accordo di un brano che parli loro del mare.

Le musiche ci porteranno da Gardel a Piazzolla che per noi sono come Caruso o Tito Schipa.

Se venite vi accoglieremo con immensa gioia.

L’ingresso è libero. Non dimenticate la mascherina!

Ivanna Speranza