La ultima curda

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(L’ULTIMA SBORNIA, Troilo - Castillo)
Ferisce, bandoneón,
il cuore mio,
la tua maledizion severa,
Il tuo pianto di rhum
mi porta
nei profondi bassifondi
dove il fango si ribella.
Lo so, non dirmi più
che dici ben,
la vita è un’amarezza assurda
e tutto scappa, tutto va
che può una sbornia e niente più
parlar di me.
Parliam della tua pena,
di quello in cui hai fallito,
Non vedi quanto io sia ferito?
Raccontami soltanto
di quell’amore assente,
dietro un ritaglio d’oblio
dove predico col vino.
Un poco di ricordi
e dispiacere
disperde il tuo lamento pigro.
Scompone il tuo liquore
e guida,
anche il gregge del tuo cuore
riversato in una coppa.
Ridammi oscurità,
mi brucia il sol,
con lenta assiduità il mio sonno.
Non vedi, il mio paese è quello che è,
vive d’oblio come me,
dietro l’alcol?
Trad. Ivanna Speranza

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