Un bacio, ancora un bacio
Otello

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La grande Arte ha questo potere: prendere la tragedia più atroce, il risultato funesto e letale dei sentimenti più vili che un essere umano possa provare, metterli insieme, creare un capolavoro e farcelo amare per l’eternità.

La grande Musica (e qui siamo sul celestiale) è grande anche perché può renderci voraci nel voler ascoltare non una, ma più volte, duetti e pagine come queste e farci emozionare per il bacio di Desdemona come se non sapessimo che verrà uccisa anche questa volta e che sentiremo come sempre una fitta al cuore. La stessa fitta al cuore che sentiamo, o che per lo meno io sento, ogni volta che nella vita reale un’altra donna viene ammazzata dal suo partner.

Dire Otello per alcuni italiani, non è la stessa cosa che parlare di un extracomunitario o di un immigrato di colore qualunque. Non gli urlerebbero mai “tornatene a casa” (come ho sentito in prima persona io più volte nei bar dei paesi) perché non è un’Otello qualsiasi; è l’Otello di Verdi! Gli farebbero per lo meno prima cantare “l’Esultate”, perché la sanno tutti a memoria, e l’ Italia ama quest’opera come il mondo e la Storia amano Shakespeare.

Per la Bellezza l’uomo dimentica i filtri e le discriminazioni di ogni tipo. Questo da sempre.

Una volta mi arrivò una frase detta in mezzo ad altre belle espressioni di condoglianze:

“non avere paura del dolore, perché anche nel dolore più intenso, quello che pensi di non poter superare, puoi sentire il battito della vita ed è meglio poterlo sentire che averlo dimenticato”

Io in questi giorni in cui vorrei che la giornata avesse più di ventiquattro ore al giorno, per via delle tante e diverse cose da preparare, trovo nelle sintesi in generale, degli spunti meravigliosi.

Cosa ha suscitato in me oggi il ripasso di questo duetto meraviglioso? Ho sentito di adorare Desdemona e quello che di Desdemona ho potuto salvare nella mia persona, nell’innocenza che si perde per poter sopravvivere ma che non bisogna dimenticare, nei fazzoletti bianchi che mia mamma mi stirava per andare a scuola ma che da trent’anni non uso più; ho pensato all’amore e a quella parte di noi che è sempre pura prima degli sbagli. E poi ho finito per pensare alla donna di oggi che è in piena lotta contro gli atteggiamenti sessisti di ogni tipo, e non solo.

Se fossimo in Siria, una morte come quella di Desdemona non ci sembrerebbe roba di altri tempi…

E quanto vicini siamo? A quante poche ore di aereo siamo?

Cosa avrebbe potuto musicare oggi Verdi? A volte me lo chiedo.

Le irrequiete buone volontà fanno quello che possono, l’uomo si distrugge o si evolve come meglio crede.

Intanto io le mie piccole gioie le gusto come fossero sempre la prima o l’ultima volta, e le colgo come tutti gli altri misteri della vita, come i regali dei Re Magi nelle case dei poveri. Da e rincartare  anche dopo averli aperti perché  è bello conservare anche la carta!

Ho la fortuna di poter ricantare questo duetto e di dire grazie a chi ha avuto la grandezza di lasciarci una musica incapace di non creare commozione e di ricordarci visceralmente non solo le ambiguità ma soprattutto l’amore per la Vita!

– quelle uniche (perché hanno nome e cognome) e quelle mille che vorremmo ancora salvare-

DESDEMONA
Disperda il ciel gli affanni
e amor non muti col mutar degli anni.
OTELLO
A questa tua preghiera
“Amen” risponda la celeste schiera.
DESDEMONA
“Amen” risponda.
OTELLO
Ah! la gioia m’innonda
si fieramente… che ansante mi giacio…
Un bacio…
DESDEMONA
Otello!
OTELLO
Un bacio… ancora un bacio,
alzandosi e mirando il cielo
Gia la pleiade ardente al mar discende.
DESDEMONA
Tarda è la notte.
OTELLO
Vien… Venere splende.
DESDEMONA
Otello!”